Un augurio e… Avanti sempre con fiducia!
Nato a fine gennaio del 1940 a Legnago di Verona, nel 1958 decisi di entrare in seminario per iniziare un cammino di vita verso il sacerdozio, cercando di valorizzare quanto avevo vissuto fino allora: una bella vita nella mia famiglia, una esperienza scolastica con tanti amici e amiche, l’impegno nella vita sociale del paese e tanti altri interessi giovanili. Il 26 giugno 1966, nella Cattedrale di Verona, di cui ora sono l’arciprete, con altri diciotto giovani compagni di studio, fui ordinato sacerdote. Eravamo giovani, pieni di prospettive e di progetti, con orizzonti carichi di speranza. Il campo di lavoro che ci aspettava era vasto e promettente e, per tutti noi, molto impegnativo e simpatico, perché era l’universo giovanile nel quale ci sentivamo di appartenere pienamente.
Il Vescovo, a ognuno di noi, affidò un campo di azione pastorale ben determinato. A me toccò il servizio in un quartiere di periferia simpaticissimo: con tante e vivaci iniziative giovanili, con l’insegnamento in un Liceo Scientifico e, dopo qualche anno, la direzione del centro diocesano degli adolescenti. Inoltre iniziai a frequentare lo Studio Teologico San Domenico, presso la Facoltà dei Domenicani di Bologna. Questa Facoltà Teologica mi insegnò moltissimo, perché mi offrì l’occasione di approfondire la Teologia secondo San Tommaso, vivendo per più di due anni in una città vivace, culturalmente avanzata e capace di dialogare con mentalità diverse.
Oggi, a settantadue anni, di cui quarantasei vissuti come sacerdote, mi trovo contento di aver speso la vita in un servizio particolare, quello del servizio a Dio e agli altri. Fino a sessanta anni mi sono impegnato molto nel lavoro, nello studio, nella riflessione e nella preghiera, cercando di vivere con serenità, sorretto da una buona salute e in pace con tutti. Poi, i molti impegni, vissuti con passione, sono stati toccati da qualche sofferenza e difficoltà. Abituato ad avere un buon controllo di me stesso, nelle varie situazioni pastorali molto significative, ho dovuto affrontare la nuova situazione di “malattia e di convalescenza prolungata”. In un primo momento provai un sentimento di smarrimento, anche nella fede, e trovai molta difficoltà nel capire e nell’accogliere quanto mi stava succedendo. Già affetto da cardiopatia ischemica post-infartuale dal 1998, ebbi un intervento di duplice by-pass aortocoronarico nel novembre 2002. Il primo riscontro ecocardiografico di ipertensione polmonare l’ho avuto nel 2008. Quindi, consigliato dal mio cardiologo, mi rivolsi al Centro di Studio e Trattamento dell’Ipertensione Arteriosa Polmonare di Bologna, diretto dal Prof. Galiè, dove, dopo gli accertamenti necessari, mi venne fatta la diagnosi di ipertensione arteriosa polmonare idiopatica. Qui iniziai una terapia con sildenafil/Revatio.
In questo Centro bolognese mi trovai e mi trovo ancora molto bene, sia per la competenza dei medici, come per la disponibilità e l’accoglienza di tutto il personale. Per noi ammalati, una parola, un sorriso, un gesto gentile, spesso vale più di una medicina, è un modo elegante per farci sentire “persone” trattate con dignità e rispetto. Il dottor Massimiliano Palazzini, il medico che fin dal’inizio del mio percorso mi segue con la sua ottima équipe, è riuscito a portare in me, serenità e fiducia. Anche la situazione sanitaria progredisce in positivo.
Chi ringraziare per questa serenità interiore e questi continui miglioramenti, anche se a piccoli passi? Prima di tutto i familiari e gli amici, la gente della mia parrocchia, i bambini e i giovani della scuola che riescono a galvanizzarmi quotidianamente con l’entusiasmo; i sedici sacerdoti amici che con passione lavorano con me in Cattedrale; i medici di Verona, disponibili, competenti e sempre tanto incoraggianti e capaci di sostenermi; l’équipe di Bologna, in particolare il Dott. Palazzini, sempre ottimisti nella sincerità della loro professione. Ringrazio ancora i miei medici che mi hanno suggerito di “non mettermi in pensione” ma di continuare a lavorare con intelligenza e sapienza, l’Associazione Ipertensione Polmonare Onlus, in particolare la signora Marzia Predieri, che oltre l’informazione medica e la testimonianza dei pazienti, con le “pubblicazioni” di Aipinews, alimenta in noi speranza e fiducia.
E il buon Dio che ancora una volta mi dice “ti voglio con la cintura ai fianchi e le lampade accese”.
A tutti un grazie, un augurio e un… avanti sempre con fiducia.
Don Antonio