Questa storia darà coraggio e fiducia

Questa storia darà coraggio e fiducia

Nell’ ottobre del 2014, dopo un’estate passata in perfetta normalità, con tanto nuoto, chilometri in bici con salite, a 35 gradi all’ombra, senza avvertire alcun malore, improvvisamente incominciai a sentire sintomi di affanno, bronchi chiusi, stanchezza. Sembrava il ritorno di una bronchite avuta nel 1988 e mal curata. Il trattamento antibiotico, ripetuto per tre settimane, non diede alcun miglioramento.

Una sera di novembre, risalendo le scale dal garage, mi sentii mancare e svenni, ma fortunatamente mi ripresi quasi subito. Entrai in casa e mia moglie, spaventata, mi disse che avevo il viso insanguinato. Stavo malissimo e respiravo a fatica. Chiamammo la dottoressa, cugina di mia moglie, la quale, all’auscultazione dei polmoni, notò subito che dalla parte destra c’era un problema. Il giorno dopo, in ospedale a Lecce, mi sottoposero a un ecocardiogramma: i risultati lasciarono senza parole il cardiologo, infatti la la parte destra dei polmoni era in condizioni disastrose. Tramite pronto soccorso, vennero effettuate tutte le analisi del caso, compresa la TAC con contrasto. Il tutto era disastrato! Embolia polmonare, fatti tromboembolici, marcato aumento dello spessore delle arterie polmonari ecc. Fui ricoverato con urgenza. Dopo due settimane di degenza venni dimesso con una diagnosi di Ipertensione Polmonare di tipo “primitivo”. Mi fu prescritta una terapia a base di Opsumit e un anticoagulante. La pressione polmonare era a 110 mmHg. Mi consigliarono ulteriori accertamenti presso un centro specializzato. Dopo un’infanzia difficile in vari collegi per la perdita di entrambi i genitori e il primo matrimonio naufragato, pensavo che la vecchiaia mi avrebbe riservato qualcosa di meglio! Con la forza datami da mia moglie, e dopo una ricerca in internet, decidemmo di inviare i referti al S. Orsola-Malpighi di Bologna. A ricevere in quel momento i fax c’era il Dott. Palazzini, il quale già dai primi fogli inviati capì tutto e, senza che avessimo nemmeno finito l’invio di tutta la documentazione, ci chiamò sul cellulare, dicendoci che la situazione era critica e di sospendere subito la terapia. Entro 24 ore mi consigliò il ricovero al S. Orsola-Malpighi nel reparto del Prof. Galiè. Il mattino ero già lì. Passai una settimana a fare esami, dalla mattina alla sera. Cinque giorni prima di Natale fui dimesso con una diagnosi di Ipertensione Polmonare dovuta a Cuore Polmonare Cronico Tromboembolico (CPCTE), lesioni ostruttive medio distali, classe NY3, non operabile per lesioni troppo distali. Mi furono prescritti il Revatio e un anticoagulante. Tornai a casa stordito da quello che mi era successo nel giro di un mese. Solo con i farmaci la situazione non sarebbe migliorata, questo venne confermato dopo un mese al primo controllo e nei mesi seguenti. Cercai di rassegnarmi e di salvaguardare l’umore in famiglia.

Ad agosto 2015, venni contattato dal Prof. Galiè che mi propose di essere sottoposto ad una angioplastica polmonare, metodo innovativo eseguito in via sperimentale da un professore polacco che in quei giorni era a Bologna per eseguire su di me l’intervento e mostrare all’équipe del S. Orsola-Malpighi. Io ero stato ritenuto un paziente idoneo per questo intervento e il Prof. Galiè mi consigliò di non perdere questa occasione. Decisi di sottopormi a questo intervento, con i relativi rischi ed esito incerto, ma la grande fiducia nel Prof. Galiè fece la differenza.

Nel giro di pochi giorni mi ricoverarono e mi sottoposero all’intervento, sotto la direzione di quel professore austriaco, venuto appositamente per me. Dico subito che non è stata una passeggiata, tre ore in sala emodinamica, ma con tanta assistenza medica e infermieristica! La pressione polmonare nel frattempo era scesa a 49 mmHg. Due giorni dopo ero già a casa e con un nuovo ricovero programmato dopo un mese per eseguire una seconda sessione di angioplastica polmonare, con relativo cateterismo. Questa volta però a eseguire l’intervento è stata l’équipe del Prof. Galiè, con il Dott. Palazzini in prima fila. Andò tutto bene, a parte un problema, subito risolto, riguardo il liquido di contrasto, di cui si dovrà tenere conto anche nel futuro, essendo io allergico. Dopo 24 ore ero già sul treno per Lecce. Il controllo dopo un mese, con cateterismo cardiaco destro, evidenziò una netta riduzione della pressione polmonare (29 mmHg) e riduzione delle resistenze arteriose polmonari. A ottobre del 2016, dopo un anno dalle due angioplastiche, il cateterismo cardiaco destro evidenziò la normalizzazione del profilo emodinamico a riposo. Ricorderò per sempre il volto emozionato e incredulo del Dott. Palazzini durante il cateterismo cardiaco, nel comunicarmi che l’Ipertensione Polmonare non c’era più! Ero a 22 mmHg, incredibile!

Un consiglio che posso dare è che se un paziente è in cura a Bologna con Galiè e Palazzini non ha nulla da temere o da perdere, anzi, ha solo da guadagnare. Può affrontare qualsiasi intervento, dal trapianto a esami strumentali delicati: bisogna affidarsi totalmente a loro per la loro competenza e professionalità.

Ora, a fine gennaio 2017, sto abbastanza bene. A volte sento un po’ di tachicardia, ma il Dott. Palazzini mi assicura che non deriva dall’Ipertensione Polmonare. E comunque da un paio di mesi è praticamente scomparsa anche questa. Naturalmente devo continuare a osservare le precauzioni iniziali. Se salgo le scale di corsa, arrivo su con l’affanno. Non posso dimenticare che sono intervenuti solamente sul polmone destro, mentre non hanno toccato quello sinistro, che è pure compromesso.

“Ora i valori sono normali (22 mmHg), non interveniamo a sinistra, ma accontentiamoci dei risultati raggiunti” – mi dice il Dott. Palazzini. È vero, mi devo accontentare, non posso correre a destra e a manca, non faccio più sport, non vado a sciare, ma salgo le scale tranquillamente. Forse si dovrà intervenire a sinistra in futuro, ma non ora. Ora va bene così.

Continuo con la terapia del Prof. Galiè (Revatio e anticoagulante) e continuo con i controlli. Devo riconoscere che, anche senza ricorrere al trapianto, i risultati sono stati buoni e soddisfacenti. La fiducia nell’équipe del Prof. Galiè è stata ben riposta e ripagata: ora a 66 anni guardo avanti con più serenità, naturalmente con tutte le dovute attenzioni. Grazie!

di Natale Verardi

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