Felice di aver seguito il consiglio di mia moglie!
Ciao, sono Nicola da Somma Lombardo, ho 49 anni, una moglie e una figlia quindicenne.
La mia storia iniziò nell’ottobre del 1984 quando, a seguito di un incidente stradale, mi fratturai bacino e clavicola e mi venne asportata la milza. Tutto bene fino a una sera di luglio 1991, quando, improvvisamente, vidi gonfiarsi il braccio sinistro in modo anomalo. Gli amici mi portarono in ospedale dove, dopo gli esami, mi dissero che era stata una trombosi della vena ascellare. Incominciai il trattamento, che durò anni, con un antiaggregante piastrinico (Persantin Retard). Le mie disavventure continuarono con una polmonite nel 2010 (in seguito ad un forte sbalzo termico) e una recidiva, questa volta alla safena della gamba sinistra, nel 2012.
Ho sempre lavorato e praticato ciclismo a livello amatoriale, ma una sera dell’aprile 2014 mi presentai al Pronto Soccorso di Busto Arsizio per riferire della persistenza da qualche tempo di mancanza d’aria e stanchezza, non solo in bicicletta o facendo le scale, ma anche nel riuscire a terminare il mio turno di lavoro (che svolgevo in piedi). Sotto osservazione mi vennero riscontrate “onde T negative in sede inferiore e Ipocinesia del setto medio apicale con lieve movimento della Troponina”. Ricoverato in Cardiologia fui sottoposto a una AngioTAC del torace, risultata poi negativa, per il sospetto di un’embolia polmonare. In seguito una coronarografia evidenziò la presenza di una placca complicata su una coronaria, subito trattata durante l’esame con uno stent medicato.
Nel maggio del 2014 nuovo ricovero a Busto Arsizio. La mia dispnea non era migliorata e l’ECG evidenziò un lieve incremento delle pressioni polmonari, per cui decisero di sottopormi al mio primo cateterismo, che evidenziò una moderata IP (media di 46 mmHg); pertanto a luglio del 2014 venni inviato al Policlinico S. Matteo di Pavia, dove decisero di farmi valutare per stabilire “l’eventuale eleggibilità per l’intervento chirurgico di Tromboendoarterectomia Polmonare”. “La Sentenza”, alla luce degli accertamenti eseguiti durati circa una settimana, mi venne confermata: Cuore Polmonare Cronico TromboEmbolico (CPCTE) Gruppo 4 nella classificazione delle forme di Ipertensione Polmonare definita nel corso del congresso mondiale del 2008 a Dana Point, in California. Purtroppo, data la localizzazione particolarmente distale delle lesioni, risultò non passibile di trattamento chirurgico (quindi inoperabile).
Mi venne collocato un filtro nella vena cava inferiore e venni dimesso con l’indicazione di iniziare il trattamento con il Tracleer, aggiunto al resto della terapia.
A ottobre del 2014 mi abbioccai davanti alla televisione e mi svegliai che non mettevo più a fuoco dall’occhio sinistro, una diplopia (visione doppia) che probabilmente era stata generata da un piccolo trombo e che si risolse nel giro di un mese spontaneamente. L’episodio peggiore fu però una notte del marzo 2015, quando mi svegliai sul pavimento con tutte le coperte addosso! Mia moglie era spaventatissima, io totalmente stralunato, ma abbastanza cosciente: ambulanza e ricovero in Neurologia per quella che mi dissero essere stata una ischemia celebrale (Minor Stroke emisfero destro) risoltasi con una settimana di ricovero e, ringraziando il Padre Eterno, con la “sola” perdita di sensibilità e costante senso di pesantezza di braccio e mano sinistra: “E mi ritengo fortunato!”
Nell’aprile del 2016 dietro l’insistenza di mia moglie, e ora felicissimo di averlo fatto, mi decisi a partecipare all’assemblea annuale di AIPI a Bologna, dove incontrai l’instancabile Marzia Predieri oltre che decine di malcapitati come me con i quali passai una giornata stupenda. Qui ebbi occasione di chiedere a un grande della nostra patologia, il Prof. Galiè, che ricordo che in quell’occasione (2016) parlava di Bologna come unico centro in Italia dove si eseguiva l’Angioplastica Polmonare, se fossi candidabile all’intervento o comunque eventualmente rivalutabile presso il Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. L’Angioplastica Polmonare è una nuova tecnica mini-invasiva per i casi di CPCTE non operabili, che prevede il posizionamento di un palloncino che serve a liberare i canali ostruiti dai trombi.
Detto fatto, presi i necessari accordi, ai primi di maggio ebbi il ricovero al S. Orsola-Malpighi, dove venni rivalutato, mi venne rifatta la diagnosi e cambiata la terapia, che attualmente è: Pantorc, Eliquis (un anticoagulante), Tracleer, Revatio, Torvasc e Cardioaspirina.
A fine settembre ho rifatto l’ennesimo cateterismo cardiaco in quel di Bologna (il terzo quest’anno…) che ha confermato che sono stabile. Infatti conduco una vita normale da pensionato, passeggio col cane e aiuto mia moglie in casa nella conduzione domestica. Mi sento sereno e consapevole di essere seguito da un centro top in Italia, dal Prof. Galiè e tutta l’équipe che ringrazio tantissimo.
di Nicola Rematore