La mia storia IP nasce nel 2000…
Mi chiamo Morena, ho 41 anni e una figlia di 8. È per me che scrivo, e voglio andare fino in fondo in questo racconto della mia storia, semplice e complessa come tutte le storie. In questo momento (gennaio 2013) pare che nulla abbia importanza: è solo una trappola del mio essere neutrale, perché in realtà è tutto importantissimo.
La mia storia IP nasce nel 2000. In verità va ben oltre a quell’anno, in quanto nel 1991 fui contagiata dal mio compagno del virus HIV. Non me lo aveva dichiarato, nonostante lo sapesse. Anche questo ha poca importanza, dal momento che io credo che la propria vita abbia un percorso già segnato, al quale inevitabilmente non ci si possa sottrarre. Col trascorrere degli anni iniziarono a venirmi numerose infezioni polmonari, polmoniti, pleuriti. Nel 2004 ebbi una carenza gravissima di ossigeno, alla quale scampai per miracolo. Lì decisi di sposarmi e poco tempo dopo rimasi gravida e poi nacque il mio angelo custode, mia figlia. Da quel dì non ebbi più polmoniti o altri disturbi, se non una meningite batterica dalla quale uscii, ancora una volta, come miracolata.
Nel 2006 iniziai a stare sempre male. Un male insolito, strano, difficilissimo da spiegare, in quanto mutava ogni giorno. Dimagrivo a vista d’occhio, mi venivano febbri altissime, non ero più io, in me c’era qualcosa di anomalo, lo percepivo. I miei esami andavano bene, non vi era spiegazione. Mi addormentavo, avevo sempre sonno e mi dovevo appoggiare ai mobili per stare in piedi. Iniziai a fare tutti i tipi di esami possibili e immaginabili. Mi recai a fare una visita nell’Ospedale Privato Villa Igea. Lì arrivò un medico molto anziano, un cardiologo in pensione che aveva lasciato il pubblico per lavorare nel privato. Mi fece un ECG, qualche domanda sulla mia salute. Mi chiese: “Signora, ha mai fatto un’ecografia al cuore?” Io semplicemente gli risposi: “No, non so! Perché?” Lui molto pacatamente e in modo tranquillo mi disse: “Sono dell’idea che il paziente non debba sempre sapere tutto, chiamo il suo medico del reparto infettivi”. Mi recai da quel medico, il quale tranquillo come sempre mi prescrisse un’ecografia al cuore, dicendomi: non preoccuparti, lui presume che tu abbia l’ipertensione arteriosa polmonare, ma vedrai che non è così. Subito feci l’ecografia. Il medico ecografo mi disse: “Signora, lei ha un problema serio”. Ritornai al reparto infettivi. Il medico mi spiegò che l’ipertensione arteriosa polmonare poteva essere correlata all’infezione HIV, che esistevano altri casi come il mio e che il medico che mi aveva visto a Forlì era uno specialista in quel campo. Mi inviarono però subito a Bologna, dove mi dissero che c’era uno dei primi centri al mondo di altissima specializzazione.
Non mi rendevo ancora conto della gravità della mia situazione, dormivo spesso in quanto sentivo sempre il bisogno di dormire. Mi recai quindi a Bologna dal Prof. Nazzareno Galiè e dopo varie visite al Day Hospital, mi venne confermata la diagnosi di ipertensione polmonare e prescritto il Revatio. Oggi con questa cura sto bene, molto bene, anche se non sono più quella di prima. All’epoca non vi erano tante possibilità per migliorare la mia situazione, mi sentivo oppressa da un grande peso ed ero entrata in uno stato di incertezza e di dubbi, che solo l’amore per mia figlia mi ha fatto superare.
Oggi sono una persona più forte, più saggia, ho dimenticato il trauma di quando ho preso per la prima volta contatto con la nostra Presidente Pisana Ferrari, che ringrazio, la quale mi ha dato alcune informazioni e mi ha raccontato che lei era guarita grazie al trapianto.
Ringrazio il Prof. Cornacchia, cardiologo di Forlì, che ha scoperto la malattia. Ringrazio il Dott. Albertini, infettivologo di Faenza (in provincia di Ravenna), il quale mi ha sempre seguita, aiutata moralmente e che ha trovato oggi una cura compatibile col Revatio. Continuo a migliorare. Ringrazio il Prof. Galiè che mi ha ridato la vita. Ringrazio la Dott.ssa Manes che dice sempre che una brutta verità al posto di una bella illusione fa sempre riflettere. Ringrazio il Dott. Palazzini che mi assiste e mi esorta a smettere di fumare. Ringrazio tutte le infermiere, segretarie e tutto lo staff del Reparto IAP dell’Ospedale S. Orsola-Malpighi di Bologna. Ringrazio la signora Marzia Predieri la quale è sempre pronta e presente e per avermi dato la possibilità di raccontarmi. Ringrazio tutti voi!
Morena S.