L’importanza di essere nel posto giusto…
Siamo a gennaio 2014. Fino ad allora sono sempre stata benissimo, non ho mai avuto problemi di alcun genere, al punto che quando sono cominciati veramente i problemi, facevo fatica a crederci.
Sto camminando e sento il battito cardiaco che accelera e rallenta. Una situazione per me strana. Quando mi fermo tutto si normalizza.
Decido di andare al Pronto Soccorso per farmi controllare. Mi sottopongono a una TAC senza contrasto e mi dirottano al reparto di Cardiologia dello stesso ospedale. Resto ricoverata dieci giorni. Mi dimettono, dicendomi di fare due iniezioni di eparina al giorno per dieci giorni. Eseguo diligentemente.
Inizialmente sono un po’ migliorata, poi però il problema cardiaco si ripresenta e con lui torna anche la fatica a respirare. Sono sempre in affanno. A quel tempo avevo delle ecchimosi alle gambe dovute a traumi. Mi rivolgo alla Dott.ssa Cosmi, responsabile dell’Angiologia del
S. Orsola-Malpighi, che qui ringrazio vivamente per avermi seguito. Le racconto quello che era successo nei giorni precedenti la sua visita e del ricovero. Anzi aggiungo: “Per me non hanno capito nulla, perché mentre prima facevo fatica a camminare, ora faccio fatica anche a parlare”.
Il problema fiato si era infatti ripresentato insistentemente.
Io di carattere non mi allarmo facilmente, però avevo capito che qualcosa non andava. Avevo di conseguenza rallentato il mio ritmo di vita quotidiano, in attesa che qualcuno facesse chiarezza sul mio conto. La Dott.ssa Cosmi intuisce che si tratta di un problema cardiaco e chiama direttamente il Prof. Galiè per fissare un appuntamento per me. Chiudo l’edicola e con mio figlio vado in Cardiologia il giorno stabilito per la visita.
Quando mi presento, il Prof. Galiè mi prospetta un breve ricovero di pochi giorni per appurare la causa del problema e sottopormi a tutti gli esami necessari. Durante i cinque giorni di degenza mi hanno fatto di tutto e finalmente la dimissione conferma CPCTE (Cuore Polmonare Cronico Trombo Embolico).
Esco in ossigenoterapia e con 10 pastiglie da prendere per 15 giorni. È previsto l’intervento chirurgico. Quindi viene contattata la chirurga Dott.ssa Suarez Martinez che mi chiama per l’intervento dopo qualche giorno. Quando mi presento, non mi trattengono perché nel frattempo mi era venuto un abbassamento di voce.
Il 22 febbraio 2014 entro per l’intervento che va benissimo. Resto in Terapia Intensiva per due settimane, poi vado nel reparto di Cardiologia del Prof. Galiè.
Mi dimettono. Devo tenere la mascherina come protezione dalle infezioni. Decidiamo di vendere l’edicola e a casa sto molto a riposo. Dopo un periodo di riabilitazione che mi consente di riacquistare il cammino, confesso di stare benissimo. Da allora sono in terapia solo con il Coumadin. All’inizio dopo l’intervento i controlli per l’IP erano abbastanza ravvicinati; ora vado una volta all’anno e non potrei stare meglio.
Desidero ringraziare di vero cuore chi mi ha salvato la vita, ad iniziare dalla Dott.ssa Cosmi che ha inquadrato subito il problema, indirizzandomi al posto giusto tempestivamente.
Ringrazio il Prof. Galiè, il Dott. Palazzini, la Dott.ssa Manes e ovviamente la Dott.ssa Suarez Martines che ha eseguito l’intervento, per la loro grande competenza e umanità. Una squadra davvero eccezionale, che mi ha preso sotto la sua protezione e che mi ha fatto rinascere al 100%. Grazie veramente di cuore.
di Liliana Lambertini