Ciao a tutti. Eccomi quà a riprendere a scrivere. E' da tanto che non scrivo, precisamente dal 14 settembre, ma perchè mi è successo di tutto.
Il 16 settembre ho avuto il controllo, che è andato uno schifo (test dei sei minuti 200 metri in 2 minuti e poi stop). Avevo il mio solito dolore di pancreatite. Ho cercato di resistere. Sembrava volesse passare, mi calmava e ricominciava. L'indomani mi viene la febbre alta, lo dico a Palazzini e mi dice che dobbiamo fare una lastra per escludere una bronchite. L'indomani ci vado, ma alle lastre non risulta niente; il dolore persiste e lui stesso mi dice: "Non puoi andare a casa col dolore, ti dobbiamo ricoverare". Io disperata che penso che dopo poche ore avevamo l'aereo per tornare a casa. Purtroppo devo rimanere. Pianto a dirotto.
Mi ricoverano, mi fanno degli accertamenti e guardano la cartella del ricovero di Ragusa e anche loro cominciano a valutare la situazione. Vedono che c'è una ciste al pancreas e decidono di toglierla e lì iniziano le prime paure. Il 20 settembre l'intervento alla ciste. Dolori da morire, sento tutto, anche con l'anestesia. Va tutto bene. Mi mettono un drenaggio soltanto, per cercare di fare riassorbire la ciste (funziona così).
Dopo cominciano a vedere anche la coleciste (punto debole), e si accorgono che è lesionata, cosa che non mi dissero a Ragusa, quindi vogliono intervenire subito, infatti chiamano chirurghi e anestesisti e fissano la data per il 25 settembre.
Io ho una paura da matti, non volevo, per la paura di poter morire. L'ho presa veramente male, infatti fino ad ora mi sento un po' giù. Ho passato un mese d'inferno, di nervosismo, di agitazione, insomma, malissimo.
L'intervento è andato bene, anche il decorso, ma mi sono fatta riacchiappare dalla depressione. Adesso va meglio e sto cominciando a riprendermi. Questione di tempo.
Il 14 novembre devo ritornare a Bologna per togliere un piccolo drenaggino che mi hanno lasciato ed ho paura, anche se è una cosa da niente.
Mi manca tanto un po' di serenità. Non vedo l'ora che finisce tutto, così mi riconcentro sulle mie cose, sulla famiglia e soprattutto su mio figlio, che mi ha aspettato alzato quando sono rientrata da Bologna (era quasi mezzanotte).
Come vedete le mie brutte avventure non finiscono mai, ma con questa avrei dovuto finire, perchè il dolore non dovrebbe tornare più, spero.
Vi voglio un sacco di bene. Mi dispiace condividere con voi più cose brutte , che belle, ma questa è la mia vita.
A presto.
La vostra Antonella.
mi riprenderò
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